lunedì 31 dicembre 2007

Gambe in spalla

Che Società. In declino, proprio in declino.
Mi dicevano, oggi, che una canzone (natalizia) dei Pogues (per la precisione, “Fairytale of New York”) è stata oggetto di acerba critica perché, secondo una radio inglese, insulta gli omosessuali. La strofa censurata da “Radio 1” è
«You scumbag, you maggot
you cheap lousy faggot,
Happy Christmas your arse
I pray God it's our last.»
In particolare, non è piaciuta la parola “faggot”. (Molto musicale, peraltro.)
No! Merda, merda, io trovo che sia una strofa meravigliosa. Così provocatoria, aspra, violentemente triste.
Non conosciamo più malinconia. Siamo troppo veloci o solo troppo superficiali?
Insomma. Quello che è pubblicamente non-corretto va censurato, criticato, nascosto, obnubilato. Ciò che invece ci si propone nella più velata ipocrisia è tollerato, anzi lecito; forse dovuto.
Allora noi dobbiamo specificare tutto.
Per questo tette e culi a ripetizione, sullo schermo, così palesi, non sono offensivi; una battuta sul Papa, o una parola non canonica, sì. Ed è pure colpa della nostra scarsissima abilità nell’utilizzo della nostra meravigliosa lingua; quando il livello è base, non si può pretendere si apprezzare il sottile effetto di un lessico tagliente.
Smettetela.
Certe specificazioni sono VOLGARI.
A questo punto, io allego: un video del cantante dei Pogues (grandissimo) ed alcune italianissime canzoni (nel medesimo ordine da me seguito) che consiglio caldamente per concludere in bellezza il 2007 e lanciarsi a capofitto nel 2008.

(il link promesso:
http://it.youtube.com/watch?v=K0xSNrFXacM)

“Niente trucco stasera”, R. Zero
Niente trucco per me,
via le luci, stasera
che a guardarti negli occhi
sia la faccia mia vera...

“Chi più chi meno”, R. Zero
Vedi, anch'io ho i limiti miei,
e uccidermi, ancora, non puoi,
vedi, va così, la vita è di chi
più chiedi, e più gli dai.
Un'altra guerra, e sia:
l'ultima sulla pelle mia.
Là dove c'era ancora amore.
Chi più chi meno,
senza rimorsi andava via,
lasciando il vuoto dove prima era poesia...
(e crudeltà)


“Inventi”, R. Zero
Inventi le mie forme,
lo stile è quello tuo;
poso per ore davanti a te,
mi dipingi di sole anche se non c'è,
a un tratto trovo me.
Inventi quei colori,
le ombre su di me,
poi chiudo gli occhi sul nome mio,
quel che inventi son sogni, son sempre io
mi sento dentro te.
Poi mi scopro lì a volare, il cielo su di me,
mentre la mia mano cerca te;
arrossisci un po’… Ma non vuoi più mandarmi via.
Inventi... la poesia.
Inventi... la poesia.
Inventi quella luce,
ma sono gli occhi miei.
Mentre ti guardo io non so più
dove finisco io e cominci tu,
il sogno, la realtà…
Ogni volta io rinasco nei pensieri tuoi,
colorato e folle più che mai.
Arrossisci un po’… Ma non vuoi più mandarmi via.
Inventi... la poesia.
Inventi... la poesia.


“Lugano addio”, I. Graziani
Ed io pensavo a casa;
mio padre fermo sulla spiaggia.
Le reti al sole,
i pescherecci in alto mare,
conchiglie e stelle
le bestemmie,
il suo dolore...


“...e di nuovo cambio casa”, I. Fossati
E di nuovo cambio casa
di nuovo cambiano le cose
di nuovo cambio luna e quartiere
come cambia l'orizzonte, il tempo, il modo di vedere
cambio posto e chiedo scusa
ma qui non c'è nessuno come me.
E stasera do a lavare
il mio vestito per l'amore
cambio donna e cambio umore
stasera
e stasera voglio uscire
che mi facciano parlare
voglio ridere e voglio bere
io stasera cambio amore
è tutto qui.
Ma sapere dove andare
è come sapere cosa dire
come sapere dove mettere le mani
e io non so nemmeno se ho capito
quando t'ho perduta
qui fioriscono le rose
ma dentro casa è inverno e fuori no.
E vendo casa per un motore
la soluzione è la migliore
un motore certamente può attirare
la mia fantasia un po' danneggiata,
da troppo parcheggiata;
e poi cambiare casa
come cambiano le cose - così.
E gira, gira e gira, gira
si torna ancora in primavera
e mi trova che non ho concluso niente
io l'amore l'avevo in mente
ma ho conosciuto solo gente
e posso solo andare avanti
fintanto che nessuno è come me.
E gira, gira e gira, gira
si torna ancora in primavera
e scopro che non ho capito niente
e allora io stasera do a lavare
il mio vestito per l'amore
cambio donna e cambio umore
cambio numero e quartiere
fintanto che nessuno è come me.


“Dedicato”, I. Fossati
...dedicato a chi capisce
quando il gioco finisce
e non si butta giù...

“Matto”, I. Fossati
Lui non sa che cosa vuol dire è ancora notte
notte, paura - notte, niente è sicuro - notte, sonno (leggero)
rumore che salta al cuore ma è solo
un gatto - signore dorma ancora due ore, ciò di cui ha paura
può essere tutto non certo un gatto
e lui è là, in mezzo a questa città
faccia in giù, ubriaco che non si regge più


“Il mare d’inverno”, L. Berté (E. Ruggeri)
Il mare d'inverno
è solo un film in bianco e nero visto alla tv
e verso l'interno
qualche nuvola dal cielo che si butta giù
sabbia bagnata
una lettera che il vento sta portando via
punti invisibili rincorsi dai cani
stanche parabole di vecchi gabbiani
e io che rimango qui sola
a cercare un caffè
Il mare d'inverno
è un concetto che il pensiero non considera
è poco moderno
è qualcosa che nessuno mai desidera
alberghi chiusi
manifesti già sbiaditi di pubblicità
macchine tracciano solchi su strade
dove la pioggia d'estate non cade
e io che non riesco nemmeno
a parlare con me...


“Piccolo uomo”, M. Martini
Aria di pioggia su di noi
e… tu non mi parli più; cos’hai?
Certo se fossi al posto tuo
io so già che cosa mi direi:
da sola mi farei un rimprovero
e dopo mi perdonerei...


“E non finisce mica il cielo”, M. Martini
Chissà se avrò paura,
o il senso della voglia di te;
se avrò una faccia pallida e sicura
non ci sarà chi rida di me.
Se cercherò qualcuno
per ritornare in me,
qualcuno che sorrida un po' sicuro,
che sappia già da sé
che non finisce mica il cielo...


“Roma capoccia”, A. Venditti
‘na carrozzella va co du stranieri

un robivecchi te chiede un po' de stracci

li passeracci so' usignoli;

io ce so' nato, Roma,

io t'ho scoperta stamattina...


“Mio padre ha un buco in gola”, A. Venditti
oh no, io non sono stato:
io ero in Germania.
Se qualcuno ha taciuto
certo è stato frainteso.
No no, io stavo cantando
in una strana stazione...
Quando lei è arrivato
stavo appunto pensando
“ma che strana persona
scommetto che sa già tutto”.
Può trovare i miei libri
perfino sotto il letto:
tutti i libri d'amore
e le poesie consigliate...


“Le tue mani su di me”, A.Venditti
una foglia stupida

cade a caso sull'asfalto e se ne va;

una fabbrica occupata sulle nuvole

e un fucile che rimpiange Waterloo.

Un bambino che domanda come è nato

si risponde sorridendo “chi lo sa”;

il bicchiere di cristallo sta cadendo

non amarmi, non amarti non ti riuscirà...


Il mio bagaglio per il 2008.
Ridotto. (il bagaglio)
Bisesto. (il 2008)

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