giovedì 20 dicembre 2007

Delirio di onnipresenza

Quest’uomo vi sembra pazzo?

Certamente lo è. Gli manca pure una “L” al cognome!
Lo sono anch’io.

Certamente.
(Prestigiatore cartomante rabdomante correttore di bozze bevitore di bozze.)
(La lingua: lo strumento più potente e preciso che abbiamo; spesso in bocca, in testa a deficienti. Come un bisturi nelle mani di un uomo affetto da morbo di Parkinson, di una vecchia, di un alcolista. Una vecchia alcolista con incipiente morbo di Parkinson dotata di rasoio Wilkinson.)
La mia prossima incarnazione sarà una scimmia urlatrice. Ma probabilmente non mi incarnerò più; cioè, non una seconda volta. Cos’è questa baggianata?
«Chiedimi perdono, per come sono
perché è così che mi hai voluto tu.
Prendimi per il collo, prendimi per mano
che non mi trovo più...»
Non si può stare seri, qui. Stamattina ero vestito di rosso e di verde; per questo pomeriggio ho scelto il grigio e il nero.
«I see a red door and I want it painted black
No colors anymore I want them to turn black
I see the girls walk by dressed in their summer clothes
I have to turn my head until my darkness goes»
Dicevo; non si può stare seri, al suono di un tale pomeriggio. Senza tirare in ballo il campo per campisti e tutto quel che ne consegue.
Quindi: non stiamo seri, perché c’è poco da ridere.

«Dammi da mangiare,
dimmi che posso stare qui.
Non ho soldi per pagare,
ma dimmi lo stesso di sì.
E ferma la tua testa nelle mie mani,
e poggia la tua mano dritta sulla mia schiena.
Dammi da mangiare,
è già ora di cena.
E noi guardiamo da questa finestra la luna.
Ci sono amori disordinati,
nel mio passato e nei tuoi passati
e notti come questa
passate a rubare.
Ci sono alberi sradicati
e occhi infiniti e cicatrici
che non voglio spiegare adesso.
Dammi da mangiare,
che ti preparo io.
Fammi venire in cucina
che ti cucino io.
E lascia che trascorra la notte
su quest'altra stazione,
e che nel buio possiamo sentire il respiro del termosifone.
Dammi da mangiare
che ti prendo il cuore.
Lasciami piangere,
lasciami fingere,
lasciami fare.
Ci sono amori dimenticati
nel mio passato e nei miei passati
e notti come questa,
passate a bruciare.
Ci sono figli desiderati
e fidanzati troppo educati
e sentimenti che non voglio fermare adesso.
Dammi da mangiare,
guarda quanta neve...
lascia qualche briciola fuori sul davanzale.»

Nota: oggi sto provando a curare il raffreddore, o meglio, a stapparmi il naso, con ammoniaca ed acetone. Non farà molto bene, ma pare funzionare. E dà anche un po' alla testa!

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