giovedì 8 novembre 2007

Non si può più dare la colpa al caldo


Sottotitolo: una risata ci seppellirà.

Ricevo e-mail e telefonate che mi fanno capire che c’è parecchia pazzia, in città.
Io, di mio, sono (quasi) posseduto da prepotente genialità.

Un insetto di fuoco, incandescente, è uscito dall’asciugacapelli e mi ha punto in testa.
Un fuco infiammato. Molto arrabbiato. Probabilmente.

Mi ha scottato fra i capelli, pungendomi con cattiveria; per poi andare a nascondersi, con uno sfrigolio da friggitrice, nel buco nero del lavandino.
Frrr rrrr frr.
Come un fuoco d’artificio che si spegne. Sulla mia testa!
Un insetto d’artificio che spegne il suo pungiglione sulla mia carrozza, diventata zucca. Mi tortura la testa, la cute, con la sua sigaretta.
Ah, fuco di fuoco! Il lavandino è stato la tua fine.

Ringraziamo naturalmente: l’incerto divenire, l’incesto in divenire, il pilota autocratico, gli alluvionisti e gli illusionati, i poveri sottili, le miniere di carbonari e le case massoniere, croce e furbizia, l’asciugacappelli, radio vaticano, Wagner come nome proprio di brasiliano, l’amministrazione di centrosinistra di Legnago, i comportamenti di Padre Pio da stigmatizzare, i fiori d‘artificio, i cuochi di paglia, i miei capelli sul pavimento e quindi le mie scarpe in testa, l’avita bassa, l’ovest di Paperino ed il sud-est asmatico, l’Orlando fumoso, l’amato calice.

Dica “trentatré”.

2 commenti:

andre ha detto...

semplicemente geniale

andre ha detto...

di una genialità incomprensibile ai più ovviamente