Bukowski pianse quando Judy Garland cantò al Philarmonic di Nuova York; Bukowski pianse quando Shirley Temple cantò I Got Animal Crackers in My Soup; Bukowski ha pianto in squallidi albergucci; Bukowski non sa vestire, Bukowski non sa parlare, Bukowski ha paura delle donne, Bukowski ha lo stomaco in cattivo arnese, Bukowski è pieno di terrori, odia i vocabolari, le monache, le monete, gli autobus, le chiese, le panchine del parco, i ragni, le mosche, le pulci, i depravati; Bukowski non ha fatto la guerra. Bukowski è vecchio, Bukowski non fa volare un aquilone da 45 anni; se Bukowski fosse una scimmia lo caccerebbero via dalla tribù…
per Bukowski Topolino è un nazista; Bukowski ha fatto il pagliaccio alla fagiolata di Barney; Bukowski ha fatto la figura del somaro alla tavernetta di Shelly; Bukowski è geloso di Ginsberg, Bukowski è invidioso della Cadillac mod. ’69, Bukowski non capisce Rimbaud; Bukowski si pulisce il culo con carta da pacchi, Bukowski sarà morto fra 5 anni, è dal 1963 che Bukowski non scrive una poesia decente, Bukowski ha pianto quando Judy Garland… ha ucciso un uomo a Reno…
Bukowski, il grande scrittore; una statua di Bukowski al Cremlino, che si spara una sega; Bukowski e Castro, gruppo statuario ai giardini pubblici dell’Avana, coperto di cacca di uccelli; Bukowski e Castro in tandem che pedalano verso la vittoria: Bukowski dietro; Bukowski che fa il bagno in un nido di rigogoli; Bukowski che frusta una mulatta di 19 anni con un frustino da domatore, una mulatta dall’enorme seno, una mulatta che legge Rimbaud; Bukowski cucù nel salotto del mondo si chiede chi avrà spento la fortuna… Bukowski commosso da Judy Garland, quando ormai era tardi per tutti…
Bukowski porta le mutande nere, Bukowski ha paura di volare in aereo. Bukowski odia Babbo Natale. Bukowski intaglia figurine deformi nella gomma da cancellare. quando l’acqua sgocciola, piange. quando Bukowski piange, l’acqua sgocciola.”
“«ma Bukowski sta attento a dove vomita e non l’ho visto mai pisciare sul pavimento»”.
“oh gran bruttezza dell’uomo dovunque come stronzo di cane che calpesti al mattino non avendolo visto un’altra volta”
("Storie di ordinaria follia")
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