giovedì 27 marzo 2008

La mia bicicletta è la mia bicicletta.

Magari l'hai strappata via, come il tappo metallico di una lattina, come una foglia morta. Forse, piuttosto, più probabilmente, hai allentato il serraglio, e l'hai estratta lentamente, ondeggiandola in qui e in là. Hai lasciato che uscisse piano piano, come un coniglio riluttante dal cilindro di un inesperto prestigiatore.
Quella... quella era... quella è la mia sella, testa di cazzo.
Se non fosse inutile (ma inutile per la tua mentalità povera, povero stronzo), vorrei trovare la fottuta bicicletta sulla quale l'hai installata, e con certosina pazienza farla a pezzettini con sega e tronchese.
Sono un poveraccio; guadagno 825 euro al mese, e uso quella bicicletta, la mia bicicletta, tutti i giorni. Per questioni ecologiche, etiche, di convinzione.
Maledetta merda, perché hai rubato la mia sella? Cosa ti differenzia da me? Il paparino avvocato, che io non ho? La noia?
Cosa?
Spero che domani, o un giorno a venire, quella massa di gomma espansa si polverizzi in un batter di ciglio, e che la canna metallica ti si infili ben bene nel culo. Allora mi penserai. Io ti starò già pensando.
Stronzo.

2 commenti:

leti ha detto...

"Sono un poveraccio; guadagno 825 euro al mese".

Una domanda sorge spontanea: abiti con i tuoi genitori?

Letizia

luca ha detto...

Oh, naturalmente, vitto e alloggio gratuiti.
Direi che questo non cambia la cifra, in tutti i casi...