domenica 2 marzo 2008

La tua strada è molto lunga, forse non la seguirò

«In fondo non importa che i tuoi santi siano molti
e che molti con un soffio spegneranno la candela.
In fondo tu già sai che domani è un giorno lungo
e che un altro verrà a dirti di amare i tuoi pensieri;
e tu lo seguirai come fosse uno sparviero
pauroso nell'orgoglio della sua fragilità.
E tu stringi intorno ai fianchi il tuo filo di aquilone;
la tua strada è molto lunga, forse non la seguirò.
Ed io vedo sulla porta i tuoi capelli troppo fini;
la tua strada è molto vecchia, forse non la seguirò.
Tu cammini accanto all'onda, so che andrai così lontano
e un bambino senza volto si innamorerà di te.
E ci sono molte pietre sul cammino di Maria;
e sei tu che le raccogli e le porti oltre la sponda.
E tu dici a chi ti incontra che la notte è molto fredda
e se lui ti sfiora il braccio tu sorridi e te ne vai.
E lui chiama per sapere il tuo nome la tua storia
e tu dici: "non importa, ma se vuoi ti sposerò";
e lui è solo un disertore, lui è solo un fuggitivo,
il suo corpo è una bandiera, il suo corpo è una canzone.
E tu stringi intorno ai fianchi il tuo filo di aquilone
e lui fuma il tuo ricordo e non seguirà il tuo treno.
E gli dai una vecchia copia di un romanzo di Dellì
e richiudi la sua porta; il suo oroscopo è scaduto.»

(F. De Gregori, "Le strade di lei", Alice non lo sa, 1973)

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