«Tu, cinque giorni di tristezza e poi corri incontro alla vita.
Tu, - io? - col tuo paracadute, ti getti in volo e vai - azzo vuoi? -: atterri nel giardino di casa, poi ti muovi sicura e fresca come in un mattino di primavera.
Nella tua cameretta c'è un signore che aziona la pressa suoi tuoi piccoli amici di ovatta che invocano aiuto, ma lui te li ruba e va via. Tu piangi e insegui i tuoi morbidi teneri, fradici tappi per la figa pelosa.
E da oggi, i tuoi tappi per la figa pelosa li trovi anche nella confezione magnum da ottanta pezzi; i suoi bei sigaroni morbidoni.
Ma vorrei farti una domanda: ti sei accorta che io sono un ometto? E vorrei fartene un'altra: hai le mestruazioni?
Shh. Dormi ora. È tutto finito.
Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualità.
Essere donna oggi, vivere il prodigio del tuo ciclo mensile ostentando sicumera.
Essere donna oggi, aspirare al ruolo che la storia ti deve: quello di simpatica, paciosa, imprevedibile nocchiero di un veliero proiettato verso il mare del duemila al grido di "Cazzo, subito!".
Essere donna oggi, non più cagafigli, bensì dolce e caparbia cagatrice dei tuoi figli. Come Loretta Goggi nella Freccia Nera, o in Maledetta Primavera mente autonoma.
Donna, roccaforte quando il flusso è più copioso, sbarazzina quando è il caso o marangona di un clitoride mai domo, al grido di "Hah ggh aaaa ssìììì".
Ma vorrei farti una domanda: ti sei accorta che io sono un ometto? E vorrei fartene un'altra: hai le mestruazioni?
Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualità.
Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualità.
Piccole donne, grandi labbra; piccolo uomo grandi labbra apprezzerà.
Probabilmente non mi accoppio, ma le tue trombe di Falloppio suonerò. Protagonista del tuo würstel di cotone.»
Di una parità solo sulla carta ce ne facciamo un cazzo.
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