I fatti. Lara Favaretto ha circondato (o cercato di circondare) la statua di Dante, nell'omonima piazza, di sacchi di sabbia. Installazione finanziata dalla Galleria Civica. Per qualcuno avranno ricordato pure l'alluvione del '66. Tutti (cittadini e giornalisti) si sono lamentati. Il presidente della Civica, Danilo Eccher, si è incazzato. Alcuni vandali hanno danneggiato l'involucro sabbioso. La Favaretto si è platealmente disperata, come in un cartone animato.
Ora. Concordo con la maggioranza (poco) silenziosa: l'installazione di Piazza Dante, come opera d'arte, pare davvero debole.
Se veramente è costata 160000 euro, direi che non sembra esserci grande corrispondenza tra valore (materiale e artistico) e prezzo.
A questo proposito, mi è venuto il dubbio che si tratti, in realtà, di una performance: creata parlando di cifre davvero sproporzionate e veicolando intorno ad una semplice disposizione di sacchi un'attenzione mediatica gigantesca (danneggiamento -forse inscenato- compreso).
Se così fosse, direi che l'artista ha colpito nel segno.
La discussione, allora, una volta di più, potrebbe e dovrebbe essere sul merito dell'arte contemporanea; ma questa diventerebbe spinosa e infinita.
Al di là di tutto questo, però, trovo che il vero scempio, la vera indecenza siano i luoghi comuni. "Sono soldi dei cittadini". Per carità, sì. Anche quelli che danno agli Schützen, se è per questo. Forse che gli schioppi e i pantaloni alla zuava sono un investimento migliore?
Lamentare, lamentare, lamentare. Lamentare a vuoto: è solo un esercizietto. Galvanizzante nella sua puerile sterilità.
Ciò che può essere razionalmente criticato, tutt'al più, a mio avviso, è la direzione artistica della Galleria civica. Perché se sono gli enti governativi locali a stanziare i finanziamenti per la cultura, è chi poi fa cultura a gestire e organizzare questi finanziamenti come meglio crede. Cosa si intende insinuare, dicendo che l'assessore competente ha sbagliato? Che l'assessore stesso avrebbe dovuto ingerire nelle scelte della Galleria? Che la cultura è sovrafinanziata?
Al solito, assecondando un'indignazione facile facile, finiremo magari per dire ancora che settant'anni fa i treni arrivavano in orario. Bella forza. O, davanti alle macchinette del caffè, ci troveremo a scambiare due chiacchiere sull'eliminazione del lunedì mattina. Banalità, banalità, banalità...
1 commento:
Ben detto!
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