martedì 16 giugno 2009

No Monaco no party?

Dopo una giornata di Vero Delirio (io non ci voglio andare a Monaco, non ci voglio andare, non ci voglio andare), prenoto volo e hotel per Los Alamos.
La ragazza dell'agenzia si chiama Valentina, ed è molto gentile, oltre ad essere carina e simpatica. Mi tira un po' su; a volte basta davvero poco.
Mi faccio due risate pensando alla paranoia degli americani. Chiedo a Valentina se davvero non posso portare armi con me; lei mi suggerisce di infilarle, tutt'al più, nel bagaglio in stiva.
Ci farò un pensiero: la pistola ad acqua e le bolle di sapone potrebbero sempre essermi utili, tra gli yankee del New Mexico.
Appena uscito, noto un signore che fissa la mia moto. "Buongiorno", gli dico, mentre penso che sarebbe stato più adatto un "buonasera". Lui attacca: "Io avevo..."; "...il modello originale", gli rispondo io. V7 special. Impossibile da dimenticare, penso fra me e me. Pare che lo pensi anche lui, dal suo sguardo. "Hanno fatto un bel lavoro, no?", gli domando. "Sì, direi di sì. Com'è il cambio?" risponde lui, e poi mi anticipa: "La prima e la seconda entravano a martellate". Io gli spiego che no, qui si va sul velluto. Beata nuova meccanica; "ci vuole un certo comfort anche ad essere retrò?", mi domando fra me e me. Ed intanto il mio interlocutore, il mio partner d'un minuto, mi spiega che la sua aveva il cambio a destra ed il freno a sinistra. Provo a immaginarmi la sensazione. Ce la faccio, ma con risultati discutibili. "Buona giornata, e congratulazioni"; anche lui, come l'uomo della tartaruga. Comincio a pensare che ci sia speranza.
A volte basta davvero poco.
Sorrido, fra me e me, mentre faccio entrare, morbida, la seconda, e sguscio sotto i platani.

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