A E I O U prova prova prova ...ssssì ...ssssì ...ssssì prova prova
Leggiamo: il mistero del catasto, c'è voglia di ricostruire, la cronaca delle esequie, raggiunto un milione di euro, mangia 51 peperoncini in 2 minuti, mette a disposizione tre sue case, contende il vestito di Gilda, si è spostata di 15 cm, uccide a coltellate il figlio ventunenne - "Papà non ti darò più fastidio", ha 130 anni e ancora canta, nessun rapporto con chi sequestra (ma andate a cagare, voi che sequestrate e seviziate la vita), schiera le navi USA, la Via Crucis è su Twitter, sono un uomo del passato, il concerto si farà, Jennifer Lopez sta a guardare; la miglior discoteca al mondo è a Berlino.
Schiacciati con il naso per terra o a tre metri dal suolo, ci sarà pur sempre un filo, no? Sul quale stare sospesi, al quale aggrapparsi; un filo da raggomitolare o da stendere, con o senza nodi, con o senza pettini, con o senza Penelope.
Il filo resta, per quanto possiamo essere fragili, precari; per quanto possiamo perdere l'equilibrio. Per quanto grande e realistica possa essere la paura di perdere il filo.
O no?
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