martedì 12 luglio 2011

Il disegno di legge sul biotestamento ha passato arrogantemente le porte della Camera, e se ne va verso il Senato.

La legge vieta «ogni forma di eutanasia e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio, considerando l'attività medica e quella di assistenza alle persone esclusivamente finalizzate alla tutela della vita».

La legge prevede che il malato possa dichiarare quali trattamenti desidera ricevere, ma che non possa escludere quelli cui non vuole essere sottoposto.

La legge stabilisce che il medico non sia vincolato a quanto scritto nel biotestamento.

La legge prevede, insomma, la rincorsa cieca a quello che gli invasati reazionari chiamano "diritto alla vita". Certo: il diritto a una vita di dolore, profondo e lancinante, per chi si ammala e per chi gli è vicino. Il diritto all'umiliazione. Il diritto alla disperazione.


Voi, voi che in nome del vostro bieco cattolicesimo oscurantista e violento pensate di poter disporre, in vece di un dio che tenete nel portafogli, della vita e del dolore altrui: voi meritate quel dolore: avete guadagnato sul campo il diritto alla sofferenza atroce, lunga, pestilenziale; il diritto a scivolare con strazio nel baratro, trascinando con voi chi vi è legato.

Siete disgustosi.


1 commento:

Lawrence d'Arabia ha detto...

Riporto commento di un amico.

"Dopo la legge sul biotestamento, il Parlamento non si fermi: servono misure altrettanto drastiche ed altrettanto intelligenti. Ad esempio, la carcerazione per chi commette suicidio."