I tratti slavi erano più accentuati, su quel letto di qualche ora: gli zigomi più alti, gli occhi più tagliati. Gli occhi chiusi.
Tutte le cose che mi vengono in mente. Il contegno arcigno che non era vero. La casa di Sant’Alessandro e la scala di legno; il giardino, noi in veranda. Le caramelle nascoste nel mobile della sala, che io trovavo (ma mica ne prendevo più di due o tre). La televisione dal divano girato dalla parte opposto, arrampicato, il sabato sera: i Puffi, il Drive In, e poi Didomenica. Buck e Cooper. La mamma sui gradini ed i grandi cambiamenti: una specie di adolescenza lunga, quasi rubata prima e poi durata tutta la vita. I cappelli pelosi e lo sguardo severo quando li mettevamo noi. La mano per grattare la schiena, come di Fatima, conservata insieme al calzascarpe. La determinata, cocciuta, generosa perseveranza. Le tue preghiere per noi: chissà cos’hanno fatto; per me ci hanno stretto al tuo pensiero, che ci ha avvolti.
La tua borsa marrone, lì in terra, stamattina. I vestiti che la mamma ti ha messo ai piedi del letto. Intonati, mi sembrava. Le lacrime silenziose di papà. Le mie, lente, adesso.
Tutte le cose che mi vengono in mente. Il contegno arcigno che non era vero. La casa di Sant’Alessandro e la scala di legno; il giardino, noi in veranda. Le caramelle nascoste nel mobile della sala, che io trovavo (ma mica ne prendevo più di due o tre). La televisione dal divano girato dalla parte opposto, arrampicato, il sabato sera: i Puffi, il Drive In, e poi Didomenica. Buck e Cooper. La mamma sui gradini ed i grandi cambiamenti: una specie di adolescenza lunga, quasi rubata prima e poi durata tutta la vita. I cappelli pelosi e lo sguardo severo quando li mettevamo noi. La mano per grattare la schiena, come di Fatima, conservata insieme al calzascarpe. La determinata, cocciuta, generosa perseveranza. Le tue preghiere per noi: chissà cos’hanno fatto; per me ci hanno stretto al tuo pensiero, che ci ha avvolti.
La tua borsa marrone, lì in terra, stamattina. I vestiti che la mamma ti ha messo ai piedi del letto. Intonati, mi sembrava. Le lacrime silenziose di papà. Le mie, lente, adesso.
Nessun commento:
Posta un commento