lunedì 15 febbraio 2010

L'uso della parola e l'esercizio della ragione

«Abbiamo dovuto attraversare
a passo lento
o rapidamente
vent’anni di questa vita
irregolare
stanchi annoiati inquieti
o malinconicamente
teneramente felici
per riuscire
finalmente
a non dire nemmeno una parola.»

Parola
dal tardo lat. parabo°la(m) ‘parabola’, poi ‘suggestione’, ‘indottrinamento’, ‘favoletta’
s.f.
1 veicolo della difficoltosa comunicazione umana; il mezzo attraverso il quale esprimere asservimento, assoggettamento, condiscendenza, piaggeria, blandizia | mettere una buona parola per qualcuno, esercitare una tradizionale pratica italiana
2 organizzazione di suoni complessi, sospiri, rumori, grugniti atta ad esprimere disperatamente un senso: non chiederci la parola che squadri da ogni lato / l’animo nostro informe, [...] (cit.), ci basta la parola | restare senza parole, cedere allo stupore, allo sconforto o alla reticenza | mettere una parola dietro l’altra, nel gioco del domino lessicale, la creazione una sequenza credibile e insensibile al tracollo, benché irrimediabilmente destinata ad esso | giro di parole, avvicendamento esofageo | mangiare le parole, togliere le parole di bocca a qualcuno, esibire una spiccata e irrefrenabile brama informativa
3 (relig.) nella teologia cristiana, la seconda persona della Trinità, o logos, che ha creato e amministra spensieratamente l’universo: la parola, la parola, la parola, la parola di Dio | per estensione, l’opinione di una figura più o meno credibile e illustre: la parola dei Maestri, la parola di Francesco Amadori
4 (specif.) esercizio ludico utilizzato per disorientare il suddetto sig. Amadori: gioco di parole
5 promessa, parola d’onore: dare la propria parola, essere di parola, parola di marinaio, ogni parola è debito, Harvey Esajas è stato una vera parola del calcio; (antifr.) per estensione, promessa a vuoto: fiumi di parole, fiumi di parole tra noi (cit.)
6 (indecl.) obbligo di astenersi dal silenzio | ottenere la libertà sulla parola, schiavitù della comunicazione
7 (pl.) fandonie, frottole | parole, soltanto parole: parole d’amor, poco utili ciance sul vizio più vecchio del mondo; chi usa la parola “avvenire” è un cialtrone, è l’adesso che conta: invocare i posteri, è parlare ai vermi (cit.)
8 (pleon.) la malinconica fase finale di un celebre discorso: le ultime parole famose

«Eh. (sospiro) ...è un mondo di poeti.»
E di approssimazione, di pochezza, di velleità, di gelosia, di credulità, di menzogna, di finzione, di invidia, di sotterfugio, di codardia, di cappottini portati goffamente, di vagheggini striscianti, di mediocrità.
Ma anche di cose belle, per fortuna.

6 commenti:

andre ha detto...

ti stai dilettando a scrivere un dizionario personale? belle definizioni!

luca ha detto...

A dire il vero, è uno dei pezzi della 'rubrica' che tenevo su Universitando.
Non la posta del cuore, evidentemente.
Credo che ora sia stata eliminata, ma credo altresì che continuerò, per diletto, a cimentarmici.
;)

Anonimo ha detto...

Anche a me sono piaciute le definizioni in qs pomeriggio di noia assoluta causa applicativo gestionale in manutenzione e una domanda: perchè è interdetto l'accesso a repubblica, corriere, etc, ma al tuo blog no!

luca ha detto...

...e perché mai dovrebbe essere interdetto l'accesso al mio blog?
Mica è una perdita di tempo.
:)

Maury Noble ha detto...

Vuoi tenere una rubrica di posta del cuore sul cielo metropolitano?

renton ha detto...

Direi di si, si, mi pare di si.