«“Tutto ciò che si riteneva impensabile, in qualche giorno è avvenuto”, ha detto il tedesco Öttinger [commissario europeo all'Energia, ndr.] alla radio nazionale, secondo il quale la sicurezza delle centrali nucleari più vecchie va verificata con rigore, rifiutandosi di escludere chiusure di impianti se necessario. “Se prendiamo la cosa sul serio e diciamo che l'incidente ha cambiato il mondo - ed è in discussione il modo in cui noi, come società industriale, abbiamo guardato alla sicurezza e alla gestibilità”, ha detto Öttinger, “allora non possiamo escludere nulla”».
(www.corriere.it, 14.03.2011)
«Per l'agenzia di sicurezza nucleare francese l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima deve essere classificato al quinto o addirittura al sesto grado della scala Ines degli incidenti nucleari. Secondo questa misura, Chernobyl è al settimo livello, che indica un disastro nucleare. "Noi consideriamo che debba essere almeno ad un livello 5 e probabilmente a quello 6. Siamo oltre il livello dell'incidente di Three Mile Island, senza raggiungere Chernobyl". Ma sia il governo giapponese che l'Aiea, l'agenzia internazionale per l'energia atomica, provano a rassicurare la nazione e il mondo: il portavoce del governo Yukio Edano ha definito bassa la probabilità di una grossa fuga radioattiva pericolosa per la popolazione. Il ministro per la strategia nazionale, Koishiro Genba, ha escluso la possibilità di un disastro grave come quello del 1986. James Lyons, direttore del dipartimento per la sicurezza delle installazioni nucleari dell'Aiea, aggiunge che per ora l'agenzia non ha alcuna "indicazione riguardo a una possibile fusione di combustibile" nei reattori di Fukushima. Ma gli Usa hanno allontanato dall'area una portaerei dopo aver accertato livelli di radiazioni anormali a 160 km dalla costa».
(www.repubblica.it, 14.03.2011)
«Sullo stop al nucleare accelera invece Berlino. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato che chiuderanno subito gli impianti nucleari tedeschi più vecchi, e cioè i due siti che si trovano in Assia e nel Baden-Wuettemberg e che attualmente sono rimasti aperti solo in seguito alla decisione di prolungare la vita di tutte le centrali. Non solo. Il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha riferito che la decisione del governo di Berlino, assunta lo scorso settembre, di prolungare mediamente di 12 anni la vita delle vecchie centrali atomiche, potrebbe ora essere rivista».
(www.corriere.it, 14.03.2011)
«“Sul nucleare la posizione resta quella che è, non si può cambiare ogni volta”. Lo sottolinea il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto interpellato sul nucleare dopo il terremoto che ha sconvolto il Giappone. "La posizione resta quella che è -ribadisce- anche perché per altro verso noi abbiamo problemi non da poco se guardiamo al mondo che ci circonda in modo più ristretto"».
(Adnkronos, 12.03.2011)
Ora: sul fatto che Cicchitto abbia problemi non da poco, direi che non c’è alcun dubbio.
Tuttavia: dopo il disastro che sta avvenendo in Giappone; dopo la presa di coscienza (ridicola: serve la catastrofe per ragionare?) della Merkel; dopo la presa di coscienza (da Topolino) di Cicchitto; dopo che Svizzera, Stati Uniti, Austria, India, Francia, Gran Bretagna, Finlandia, Belgio si interrogano sulla sicurezza delle centrali; dopo tutto questo, stamane illuminante puntata di Omnibus sul nucleare.
Brillante l’intervento dell’esperto Matteo Salvini, consigliere comunale leghista a Milano. Salvini ha spiegato a me e agli altri babbei che pure lo stavano ad ascoltare che le energie rinnovabili sono una puttanata e che non ci sono alternative al petrolio, al gas e al nucleare. Perciò, in due parole, assodato il futuro esaurimento delle fonti fossili, il nucleare è l’unica soluzione per smettere di comprare energia dall’estero. Quando gli fanno notare che il suo collega Zaia si rifiuta di avere centrali in Veneto, lui propone un assioma, a suffragare il suo stringente pensiero: Veneto e Lombardia non vogliono il nucleare perché sono autosufficienti dal punto di vista energetico. Ora, l’energia dall’estero non è acquistata per le utenze private, ma per quelle industriali. Salvini, rispondimi: dove cazzo sono le industrie, in Molise?
Prezioso anche il contributo di Rocco Buttiglione. La sua equazione non fa una piega: poiché in passato è morta un sacco di gente nelle centrali idroelettriche, la pericolosità di queste ultime e quella delle centrali nucleari sono paragonabili. È il solito argomento forte. Un sacco di fumatori muoiono per tumori ai polmoni: passate all’eroina.
Domanda personale. Perché nei dibattiti non c’è mai qualcuno che abbia il coraggio e la responsabilità di guardare i Salvini e Buttiglione di turno e di dirgli “ma piantala di dire cazzate, ottusa faccia di merda”?
Quello che sta succedendo però è molto significativo. Cicchitto parla così per una semplice ragione, di carta filigranata. La questione economica intorno al nucleare è troppo grossa per affrontare responsabilmente i numerosi punti critici: l’ammortamento, i rendimenti, la sicurezza, i tempi di installazione, le scorie (problema principale). Non sono mai stato, per motivi strettamente scientifici, un promotore tout-court delle energie rinnovabili in quanto tali: qualcosa funziona, qualcosa no, e non tutto ciò che riguarda il rinnovabile è veramente sostenibile. Ma non vedo motivi, oggi, se non il profitto, per non puntare su quello che funziona. Guardo quelle facce da cazzo blaterare baggianate in televisione e penso: come potete muovervi seguendo solo le logiche del vostro schifoso denaro?