venerdì 20 febbraio 2009

Solo.

Ma che ne sai di ciò che sento? Non le conosci, queste lacrime.
Vai a dormire presto. Vai a dormire tardi. Vai a dormire. Non ci andare.
Parole, parole, parole. Puntini.
No, la retorica no - evitatemela. No, le buffonate potete tenervele.
Le vostre vite sono vostre; non sono cosa mia. Non fatemi pagare riscatti con soldi che non ho, per prigionieri sconosciuti. Le vostre vite sono vostre: non scaricatele addosso a me. Non ora. Non ce la faccio. Ho già troppo di che trafficare con il mio fardello.
Non riesco ad essere responsabile di me; come posso esserlo di altri? Come?
Che difficoltà, e che pena, questo senso di necessità morale. Non sto morendo; io no. Morto, lo sono già, in buoni strati di me. Non mi servono beccamorti.
Tutti liberi con sé: non create paranoie, non creare paragoni.
Fate quello che vi pare - non chiamatemi vostro; né "tuo".
Sono in balìa di ciò che accade; non fate accadere più del necessario.

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