mercoledì 15 settembre 2010

Gli specialisti: morto un Papa, era polacco.

Lech Walesa a Trento.

Se dovesse salvare qualcosa del comunismo cosa salverebbe? «Niente. Guardi, non si può restare incinti un po'. Voglio dire che il comunismo era l'assenza di libertà e quindi non c'è nulla che si possa salvare. Niente di niente. Del comunismo sovietico, poi, proprio nulla. Voi, in Occidente, avete conosciuto un comunismo diverso, nulla a che vedere con quello russo». E adesso la Russia vi fa ancora paura? «La Russia ha cominciato a capire bene da poco quello che noi avevamo capito molto prima, ossia che il comunismo non può funzionare. C'è stata e c'è una lotta continua tra i territori nuovi, questo è il problema di oggi. Alla fine del ventesimo secolo hanno cominciato a capire che il comunismo è da buttare in toto, ora invece bisogna cercare di mantenere la pace e lavorare con la diplomazia. Quello che noi abbiamo adesso nasce dal cammino che abbiamo compiuto, dal progresso della democrazia. E in tutti i paesi dell'Est Europa pian piano si sta affermando». Non è più tempo di rivoluzione. Ma lei lotta ancora? «Sì, adesso ci sono obiettivi diversi. A quell'epoca c'era un sistema sbagliato da rovesciare. Adesso invece bisogna lottare contro le guerre e le divisioni e per un nuovo sistema di pace dei territori».

Bravo, Lech, bravo. Perché invece il capitalismo è il Bene.

Bravo, Lech, il rivoluzionario. Il rivoluzionario di una rivoluzione che senza il Vaticano non ci sarebbe stata. Vaticano e rivoluzione: azione e reazione.

Bravo, bravo, Lech. Ma ora lasciami in pace.

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